Il cane e il suo padrone senzatetto, legatissimi, rischiano di non potersi più vedere. Ma forse c’è una speranza.
Il rapporto tra cane è padrone può diventare molto speciale, tanto da creare quasi una simbiosi che è impossibile bloccare.
Questo attaccamento può svilupparsi in modo ancora più forte, quando per diversi motivi il cane e il padrone vivono una storia di difficoltà che li lega ancora di più.
Pensiamo per esempio ai tanti senzatetto che non hanno famiglia e legami, ma un giorno incontrano un randagio che li segue e nel giro di qualche giorno tra i due nasce un rapporto di affetto reciproco.
Il cane è già considerato dai più un membro della famiglia, ma quando si vive per strada senza nessun affetto umano, questo rapporto si rafforza ancora di più.
Il senzatetto e il cane randagio sono due anime sole che si ritrovano sulla strada per farsi compagnia a vicenda e trovare forza specialmente nei momenti più brutti.
Per esempio, di notte, quando la strada diventa ancora più pericolosa e un cane può anche salvarti la vita.
La storia di cui parliamo si svolge in Salento, lui è un cinquantenne senza fissa dimora che da anni ha stretto un rapporto fortissimo con il suo cane Zair, un pastore belga a pelo lungo.
Tutto accade quando nelle scorse settimane i carabinieri del posto hanno fermato l’uomo, scoprendo dai controlli che lo stesso avrebbe dovuto scontare circa otto anni e mezzo di carcere per un cumulo di pena dovuto a vecchi reati.
Subito è scattato l’arresto, ma quando l’uomo è stato prelevato per essere portato al carcere di Lecce è scoppiato in un pianto straziante. Non sapeva, infatti, come avrebbe fatto a vivere senza l’unica compagnia che ha avuto negli ultimi anni trascorsi per strada.
Il tutto si è concluso con un lunghissimo abbraccio tra l’uomo e il cane. Quest’ultimo poi è stato affidato a Maria Teresa Corsi dell’associazione “Verdi Ambiente e Società”. Tuttavia, già nelle ore immediatamente successive all’avvenimento, la donna ha notato il malessere del cane dovuto al distaccamento dal padrone.
Da qui è nata l’idea della donna di contattare la direttrice del carcere per farle una proposta inusuale. Maria Teresa Corsi ha chiesto la possibilità di incontri periodici tra Zair e il suo padrone, per alleviare la sofferenza di entrambi. Il tutto adibendo uno stallo apposito, ricavato in uno spazio del carcere.
Si tratta di un modello di assistenza che se venisse attuato potrebbe fare storia. Infatti, Il presidente del sodalizio che ha sede a Roma, Stefano Zuppello, ha già fatto formale richiesta alla direttrice del carcere di Lecce per attivare un progetto di pet therapy.
Infatti, l’idea è quella di espandere questa pratica anche agli altri detenuti, facendo in modo che gli stessi abbiano la possibilità di trascorrere alcune ore alla settimana col proprio cane o gatto.
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