Quando due persone decidono di divorziare a chi viene affidato il cane? Scopriamolo insieme.
Il divorzio non è mai un momento facile. Le controversie che nascono sono molteplici e a farne le spese spesso sono i figli.
Sono tanti i divorzi che si trasformano in vere e proprie battaglie legali sull’affidamento dei figli. Le coppie con prole, spesso, non esitano a ricorrere anche a colpi bassi per l’ottenimento dell’affidamento.
In alcuni casi questi tipi di battaglie nascono più per un tentativo di fare un torto all’ex coniuge che per un sensato e maturo desiderio di assicurare il meglio ai figli.
Per questo motivo la legislatura è intervenuta, stabilendo delle leggi per l’affidamento dei figli in caso di divorzio.
Questo non ha completamente eliminato il problema delle battaglie legali per l’affidamento, ma quantomeno le ha ridotte e ha sancito delle linee guida da seguire per i giudici.
Quello che però non è ancora chiaro riguarda gli animali domestici, in particolare i cani. Sono tante, infatti, le coppie che durante la loro vita familiare decidono di adottare uno o più cani.
Ma quando interviene un divorzio a chi va affidato l’animale? C’è qualche legge sviluppata per garantire il benessere del cane?
Purtroppo, la giurisprudenza italiana non ha delle leggi in merito. E questo problema è tornato al centro dei dibattiti in seguito alle dichiarazioni di un legale.
L’avvocato matrimonialista Carmen Posillipo del foro di Caserta, sta registrando un crescente numero di casi in cui, quando arriva il momento del divorzio, nessuno dei coniugi vuole prendersi cura dell’animale domestico di famiglia.
In particolare, in uno dei suoi ultimi casi ad essere oggetto di questa problematica è proprio un cane di cui nessuno dei due ex coniugi vuole prendersi cura. Da qui è nato appello dell’avvocato: “L’ordinamento italiano si doti di una legge che regolamenti l’affidamento del cane in caso di divorzio” dice.
Spiega l’avvocato: “Una legge che preveda l’affidamento dell’animale domestico al coniuge che gli può garantire un maggiore benessere, senza considerare il regime patrimoniale e i documenti anagrafici del cane. In questo modo per poter prendere una decisione, ovviamente, il giudice dovrà sentire coniugi, conviventi, figli e, se necessario, anche esperti di comportamento animale prima di decidere a chi assegnare l’animale domestico”.
Carmen Posillipo aggiunge: “Non ho dati che mi possano far avvalorare l’ipotesi che alla fine questi poveri animali finiscano per essere abbandonati, ma, al momento, non mi sento di escludere il rischio che possa accadere”.
C’è da dire che questa legge dovrebbe prevedere delle direttive non solo quando i due non vogliono farsi carico del cane, ma anche quando questo viene conteso. Perché anche in questo senso è giusto tutelare l’interesse dell’animale, indipendentemente da chi abbia o meno l’intestazione anagrafica dello stesso.
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