Le ultime scoperte scientifiche vedrebbero protagonisti i nostri amici a 4 zampe: ecco come potrebbero essere una possibile cura ai tumori
La salute è uno dei fattori più importanti per l’essere umano, tant’è che è sempre bene tenerla monitorata con visite mediche di routine e non aspettare puntualmente che qualcosa non vada per il verso giusto. Recenti scoperte avrebbero rivelato che il cane può essere d’aiuto nel combattere l’insorgere di alcune patologie gravi e noi vi spieghiamo come…
I tumori sono da sempre una grande fonte di paura per l’essere umano: in primis, in quanto sono la seconda causa più comune di morte prematura, scavalcati soltanto da particolari patologie cardiovascolari.
In secondo luogo, sappiamo bene che si sviluppano in modo alquanto silente, senza una sintomatologia evidente o chiara. Quando poi si slatentizzano, spesso è già troppo tardi e si manifestano in uno stadio già molto avanzato e aggressivo.
Le cura attualmente impiegata per contrastare questa tipologia di male è la chemioterapia, a sua volta estremamente invasiva per il corpo umano, in quanto va a coinvolgere anche le cellule non cancerose, provocando non pochi effetti collaterali.
Negli ultimi tempi, un team di ricercatori ha individuato e studiato gli effetti del parassita Neospora caninum, presente nei nostri amici a 4 zampe, sul corpo umano e i primi risultati sono stati davvero sorprendenti. Ecco cosa è emerso…
La particolarità di questo parassita sta proprio nella sua natura: può causare gravi malattie neurologiche e morte fetale in alcuni animali, tuttavia, si è rivelato assolutamente innocuo per il corpo umano.
Pare che N. Caninum possa distruggere le cellule in cui viene introdotto e provocare una forte risposta immunitaria cellulare: per questo motivo, può rivelarsi un ottimo alleato per la pratica di immunoterapia antitumorale.
Il parassita sarebbe stato testato sul cancro timoma e i risultati, secondo gli studi pubblicati sul Journal for ImmunoTherapy of Cancer, sarebbero stati molto incoraggianti: N. Caninum sarebbe in grado di controllare lo sviluppo della patologia fino ad una sua totale scomparsa.
La risposta immunitaria del parassita si basa su elevati livelli di molecole infiammatorie e dal coinvolgimento di cellule immunitarie volte a combattere le cellule cancerose: parliamo dei linfociti T citotossici e cellule natural killer, che generano proteine che distruggono le cellule tumorali disintegrandone la membrana.
In conclusione, gli studi hanno fornito un riscontro iniziale molto positivo: il prossimo passo da fare è sicuramente quello di testare il parassita su tumori più gravi e invasivi e studiarne l’effetto.
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