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La dimenticata storia del vero eroe delle slitte dell’Alaska: Togo e la sua “sfortuna”

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Quando si parla di cani da slitta, il primo nome che viene in mente è certamente quello di Balto, reso famoso non solamente dalle cronache dell’epoca, quanto anche da una serie di libri e film che ne hanno decretato la fortuna.

In realtà, però, il vero “re” dei cani da slitta è un altro: il suo nome è Togo, visse tra il 1913 e il 1929, ed è stato un’instancabile locomotiva da neve.

Una foto del cane da slitta Togo

Tuttavia, il suo ruolo non è stato mai riconosciuto come sarebbe stato il caso di fare. Per quale motivo? Qual è la stata la sua sfortuna?

La storia di Togo

Togo è stato uno dei cani da slitta di Leonhard Seppala, come il più famoso Balto e altri componenti delle spedizioni.

Dopo la sua morte Togo è stato imbalsamato

In particolare, i cani da slitta come Togo divennero degli eroi perché si resero protagonisti della staffetta che permise di consegnare l’antitossina attraversando centinaia di chilometri in condizioni davvero proibitive.

In questo lunghissimo ed estenuante percorso, a fare la parte più lunga e difficile fu proprio il gruppo di Togo: in tutto il cane riuscì a percorrere ben 420 km, contro gli 85 della squadra di Balto e distanze ancora inferiori delle altre squadre di cani da slitta.

Ma allora per quale motivo a Togo non è mai stato riconosciuto il giusto merito? La spiegazione è legata al fatto che Balto ebbene il merito di percorrere l’ultimo tratto della staffe e, proprio per questo motivo, le fotografie e le cronache furono tutte per lui.

A Togo, a parte i ringraziamenti degli “addetti ai lavori”, avanzò ben poco.

Alla fine dei suoi giorni Seppala lo regalò a una sua amica di nome Elizabeth, che lo tenne fino al momento in cui si rese necessario somministrargli l’eutanasia.

Dopo la sua morte, Seppala confessò che non aveva mai avuto un cane migliore di Togo. Il suo corpo è stato imbalsamato e si trova tutt’oggi all’Iditarod Trail Headquarters Museum di Wasilla, in Alaska.

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