I panda, per un motivo o per l’altro, rimangono una tra le specie più a rischio: ecco una soluzione tech che potrebbe risolvere il problema
Quella dei panda è da sempre una specie meravigliosa, super amata da grandi e piccini. Non a caso il WWF, ente internazionale per eccellenza specializzata nella protezione degli animali, ha scelto questo esemplare come colonna portante della sua identità, includendola addirittura nel suo logo. La storia di questi esemplari è da sempre controversa e non trova davvero mai pace e conclusione…
Per tanti anni, infatti, i panda sono stati una specie delicatissima e considerata in via d’estinzione. Per quanto questo rischio sia stato definitivamente sventato, è subentrato un altro problema importante.
Questa specie, infatti, è spesso sotto tiro di bracconieri e cacciatori di frodo che, spinti da avidità e tanta superficialità, tentano di catturarli per portare a casa un “trofeo speciale”. In molti, dunque, si sono mobilitati per risolvere la questione.
Inoltre, i panda sono sempre a rischio per via degli incendi, non necessariamente per via diretta: il fuoco infatti, divampando, distrugge il bambù, che è la loro fonte primaria di nutrimento.
È proprio così che si è giunti ad un sistema estremamente tecnologico ed innovativo, che coinvolge addirittura l’IA…
Gli ambienti naturali dei panda sono al 54% ritenuti zone protette ed è proprio su parte di questi territori che i professionisti del settore hanno sperimentato, con l’aiuto della tecnologia, un progetto completamente nuovo ed innovativo. La zona al momento coinvolta è il Parco nazionale del Panda Gigante, nelle province di Sichuan, Gansu e Shaanxi…
La Sichuan Forest and Grassland Administration, in collaborazione con il colosso tecnologico Huawei, ha dato vita al “Digital Panda System”, presente nei territori più popolati e a rischio per questa specie dal 2021.
Qual è la particolarità di questo sistema? È composto da 596 telecamere, 45 telecamere a infrarossi, droni e satelliti che, mediante un sistema di intelligenza artificiale, captano qualsiasi tipologia di informazione e l’archiviano in un cloud.
Il tutto viene poi utilizzato per studiare e monitorare costantemente la fauna selvatica, ma anche per individuare possibili focolai con maggior precisione possibile e sventarli così sul nascere.
Inoltre, con un sistema di riconoscimento facciale sui panda, è possibile “tracciarli” e proteggerli. Un sistema geniale, non solo per lo scopo in sé ma anche per tutto ciò che vi gira intorno.
Basti pensare che, per la copertura di un’area di due milioni di ettari, lavorano ben 140.000 dipendenti tra ranger, veterinari e ricercatori.
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