Una storia che ha davvero dell’incredibile e che ha visto, nel finale, un piccione dietro le sbarre! Ecco cosa è successo
È dal Canada che giunge una notizia davvero curiosa nella sua gravità: protagonista assoluto è un piccolo piccione viaggiatore, che è diventato un povero mezzo (di nome e di fatto) per i detenuti del carcere Abbotsford, nella British Columbia. Ecco cosa è successo…
Ebbene sì, suo malgrado questo piccolo volatile è stato “adescato” dai carcerati ed è stato impiegato come corriere per il trasporto di droghe e altre piccole merci non autorizzate.
A “coglierlo in flagrante” sono stati alcuni agenti del penitenziario, che hanno notato il piccione nel cortile della struttura con qualcosa sulle spalle. Si sono resi conto presto che il pennuto trasportava ben 30 grammi di metanfetamine crystal meth.
Scorri in basso per scoprire tutti i dettagli…
Era chiaro a tutti, a quel punto, che tra i 500 carcerati qualcuno aveva dato inizio ad un traffico “via aerea” di sostanze stupefacenti, tuttavia, è davvero difficile risalire al responsabile di tutto. Ma perché scegliere proprio un piccione per una faccenda così delicata? Te lo sveliamo scorrendo in basso…
Intanto, non è la prima volta che questi volatili sono stati impiegati per trasporti e comunicazioni: in primis egizi e persiani, ma anche durante il primo conflitto mondiale, soprattutto per scattare fotografie e trasportare medicinali.
Questo in quanto questa incredibile specie è dotata di un “sesto senso” definito magnetoricezione, che consente loro di muoversi sfruttando magnetismo terrestre. Insomma, qualsiasi sia il clima, le condizioni atmosferiche e la visuale, loro sono sempre in grado di trovare la direzione giusta.
Inoltre, anche se non lo diresti mai, i piccioni viaggiatori sono anche molto rapidi: basti pensare che sono in grado di muoversi ad una velocità di 80 km all’ora e senza mai dare nell’occhio.
Questo tante volte, però, ha portato questi animali ad essere sfruttati per scopi illeciti: un secolo fa, ad esempio, si venne a scoprire di un piccione che trasportava nelle zampe capsule piene di cocaina legate dal Messico al Texas.
La pratica, dunque, divenne molto comune negli anni a seguire e in diversi continenti, considerata anche l’intensificazione dei controlli sui droni impiegati solitamente per trasportare sostanze stupefacenti all’interno delle carceri.
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