Nel regno animale ci sono alcune abitudini che noi esseri umani condanniamo e non riusciremmo mai a sopportare.
Tuttavia, per molti animali anche le usanze più deprecabili costituiscono degli atteggiamenti usuali e quotidiani, tanto da sottolineare la grande differenza che c’è tra la nostra specie e la loro.
Ma che cosa spinge gli animali a comportarsi in maniera discutibile?
Oggi cercheremo di far luce su uno dei comportamenti più incredibili e incomprensibili. Vedremo insieme perché gli animali lo fanno e da dove deriva questa abitudine…
Il nostro riferimento odierno è alla pratica del cannibalismo, un’usanza che è evidentemente macabra ma che, come dimostrano numerosi studi in materia, è analizzata da tempo dagli scienziati, i quali hanno scoperto che è parte integrante delle dinamiche vitali della natura di moltissimi animali.
Secondo quanto ha rivelato il noto biologo Bill Schutt, ad esempio, l’atto di cibarsi di un proprio simile è estremamente comune in tutto il regno animale, anche se lo si osserva più frequentemente tra gli invertebrati e nei pesci. Ma per quale motivo lo fanno?
Lo studioso ricorda come per tanto tempo tra gli ecologi fosse opinione comunque che il cannibalismo fosse un comportamento aberrante determinato dallo stress della cattività o da condizioni di laboratorio innaturale.
Tuttavia, non è così. Come ricorda lo scienziato, negli ultimi decenni si è scoperto che il cannibalismo è frutto di una strategia adattiva di sopravvivenza e riproduzione.
Per esempio, in molte specie si verifica il cannibalismo dei piccoli, generalmente giovani esemplari malati, deformi o nati in condizioni difficili. Se un piccolo muore o non è in grado di sopravvivere, dunque, il suo corpo può divenire una preziosa fonte di nutrimenti per il genitore, che avrà più forze per prendersi cura degli altri figli.
Peraltro, sottolineano gli scienziati, questa forma di cannibalismo può essere attuata ancora prima, quando la prole è ancora sotto forma di uova.
Non è questa, evidentemente, l’unica forma di cannibalismo praticabile: in altre specie, per esempio, i maschi uccidono i piccoli di cui non sono i padri, in un atto noto come infanticidio. In questi casi, come in quelli dello scoiattolo rosso del Nordamerica, i maschi uccidono e mangiano i cuccioli che non ritengono propri. In questo modo la femmina può tornare rapidamente in estro, divenendo pronta ad accoppiarsi di nuovo.
Ulteriormente, in altre specie i fratelli lottano tra di loro per la sopravvivenza. È ad esempio noto e risaputo che i pelobatidi depongono le uova in stagni che si prosciugano rapidamente. In risposta a queste condizioni, alcuni girini sviluppano una testa più grande, con bocca più ampia e denti più affilati. Così facendo riescono a nutrirsi dei propri fratelli, ottenendo una più celere crescita…
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