30Fanno bene al corpo e all’anima, ma forse non tutti sanno che vivere con un animale domestico fa bene anche al cervello: lo studio che lo dimostra.
Non è difficile immaginare quanto la presenza di un cane, un gatto o qualsiasi altro animale in casa sia più che una compagnia, ma un vero e proprio toccasana per la salute del corpo e non solo. Ma quando è la scienza a confermarlo, dobbiamo crederci per forza: alcune ricerche hanno confermato che vivere con un animale fa bene al cervello. Ecco quali studi hanno evidenziato lo straordinario apporto benefico degli animali sulla nostra mente.
Ci fanno compagnia, ci sono di sollievo nei momenti più difficili e sono sempre pronti a festeggiare con noi gli eventi lieti: tuttavia i benefici di un animale domestico si avvertono anche su diversi apparati del nostro corpo, in primis il cuore (e non in senso ‘solo’ metaforico).
Secondo la ricerca dell’American Heart Association (e non solo) vivere con un animale domestico fa bene al cuore, poiché riduce i livelli di stress e previene lo sviluppo di alcune patologie cardio-vascolari e una minore pressione sanguigna.
Questo accade anche perché chi ha un animale è ‘costretto’ a fare più movimento fisico, che sia la semplice passeggiata o la sessione di gioco (che può essere svolta anche in casa, come ad esempio nel caso del gatto).
A differenza di quanto si possa pensare, condividere la casa con un animale domestico riduce il rischio di sviluppare allergie, soprattutto nei piccoli umani: è il corpo stesso a diventare più tollerante verso alcuni allergeni. Ma non solo si tratta di respirazione, poiché anche il rischio di asma e di eczemi è nettamente più basso nei bambini che vivono in compagnia di un cane o un gatto.
E’ ovvio che ci sono delle predisposizioni genetiche del piccolo, che possono portare allo sviluppo di alcune forme di allergia: in questo caso la scelta dell’adozione di un Pet deve essere valutata precedentemente e con l’aiuto di un esperto.
Sempre in più ambiti ludico-ricreatici, si impiegano animali per aiutare bambini con disabilità a instaurare rapporti con i cani e altri animali ma anche di persone anziane, che saranno meno a rischio depressivo. La Pet Therapy non si ‘limita’ solo al cane e al gatto ma espande la scelta anche a cavalli e talvolta asinelli, quando possibile.
Non è una novità che, con l’avanzare dell’età, anche la capacità cognitiva del soggetto (sia umano sia animale) tende a regredire, con una progressiva ‘lentezza’ del pensiero, nello svolgimento di alcuni compiti e nella risoluzione di altri. Ma secondo una ricerca dell’Università del Maryland, portare a spasso un cane e prendersi cura di lui riesce a mantenere buoni livelli cognitivi anche nella terza fase della nostra vita.
Ovviamente la ricerca si estesa non solo ai padroni di cani ma anche di altri amici animali domestici, prendendo in esame un campione di ben 637 partecipanti (dai 51 anni in su). Sebbene la funzione cognitiva in dieci anni si è progressivamente abbassata per tutti, coloro che vivevano con un Pet hanno subito una regressione più lenta. E non solo: pare che quelli che portavano a spasso l’animale avessero un livello cognitivo comunque più alto di altri.
Si prendevano in esame varie capacità, come quella relative:
Quindi in generale vivere con un animale domestico allunga la vita: secondo l’endocrinologa Caroline Kramer, vivere in particolare con un cane riduce il rischio di mortalità del 24%.
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