Questi cani da terapia hanno percorso 800 miglia per assistere i superstiti di una sparatoria

Per guarire dalla tragedia provocata dalla sparatoria Highland Park ci vorrà senza dubbio molto tempo, ma ci sono persone decise a superare gli ostacoli per dare assistenza.

L’aiuto al trauma dopo la sparatoria avvenuta vicino a Chicago la scorsa settimana, sta effettivamente arrivando in molte forme.

E, in questa storia, nemmeno i problemi di viaggio da 800 miglia di distanza hanno impedito ad alcuni compagni a quattro zampe di dare il proprio aiuto.

È proprio questo che stanno facendo alcuni gruppi di cani da terapia.

Un’iniziativa che conferma l’essenziale importanza degli animali da dog therapy anche nei confronti di eventi particolarmente traumatici e che, ancora una volta, merita di essere ricordato e citato anche nelle nostre pagine.

Il ruolo fondamentale dei cani da terapia: ecco cosa fanno

Partiti di buona lena, i cani da terapia si sono anche fermati al North Shore University Health System, dove erano ricoverate alcune persone che sono rimaste ferite dopo la sparatoria alla parata del 4 luglio a Highland Park.

Non si tratta dunque solo di persone che hanno visto accadere le cose, bensì di persone che erano presenti all’evento e ne hanno subito conseguenze dirette.

cani da terapia
Il ruolo dei cani da terapia è davvero eccezionale…

A costoro i cani hanno potuto prestare il proprio supporto e la propria esperienza.

I volontari ricordano infatti come questi cani abbiano già viaggiato dal New Jersey a Uvalde, in Texas, e a Buffalo, a New York, luoghi di recenti sparatorie di massa.

Dunque, non hanno nemmeno esitato a venire ad Highland Park, nonostante alcune difficoltà.

Avevamo intenzione di partire in aereo, ma non è stato possibile“, hanno detto i volontari, ricordando che il volo era stato cancellato. Dunque, hanno noleggiato un veicolo e sono partiti per un viaggio di oltre 12 ore.

Mercoledì mattina hanno partecipato a veglie, ad altri ospedali e a un memoriale, il tutto per far sorridere le persone. “Le persone iniziano ad accarezzare questi cani e si aprono dopo aver detto di non voler parlare di quello che è successo“, hanno poi affermato i volontari. “Il tempo di viaggio non è niente in confronto a quello che ha passato questa comunità. Si tratta di aiutare le persone“.

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