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La legge non è uguale per tutti. Ennesima brutta figura per le compagnie aeree

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La legge obbliga le compagnie aeree ad accogliere a bordo i cani da assistenza, ma una di queste ha rifiutato il compagno a quattro zampe del vicecampione paralimpico dei 100 metri, Timothée Adolphe.

La vicenda è certamente deplorevole: sebbene la società stia facendo passi in avanti per garantire l’accesso ai servizi di mobilità per le persone non vedenti, i margini di miglioramento in molti settori sono piuttosto ampi e la storia di cui vogliamo occuparci oggi ne è una chiara testimonianza.

La storia del cane di Timothée sta facendo il giro del web

Ma che cosa è accaduto? Perché Timothée Adolphe ha deciso di rendere pubblica questa situazione?

L’atleta e l’imprevisto

Timothée Adolphe è uno degli atleti più noti della squadra paralimpica francese, in preparazione per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Una compagnia aerea ha rifiutato il cane di un atleta paralimpico

Campione del mondo nei 400 metri e vicecampione paralimpico nei 100 metri (10″ 90 il suo tempo nel 2021), l’atleta doveva recarsi a Tolosa da Parigi nell’ambito di un’operazione effettuata con il suo sponsor, con il suo cane. Tuttavia, l’organizzazione del viaggio non è andata come previsto.

La compagnia EasyJet ha infatti espresso il suo rifiuto ad accettare il cane nonostante, ricordiamo, la legge obbliga le compagnie a trasportare persone disabili e a mobilità ridotta con un animale da assistenza riconosciuto in Europa.

Il velocista non ha nascosto la sua delusione, lamentando il fatto che la compagnia ha risposto che non accetta più cani guida. È dunque rimasto molto sorpreso, e il suo sponsor ha contattato i vertici della società per chiedere spiegazioni: gli è stato risposto che EasyJet è una compagnia inglese e che in quanto tale non è tenuta a rispettare le leggi francesi.

La vicenda va avanti

La vicenda non si è però chiusa qui. Indignati, molti giornalisti francesi sono tornati a parlare con la compagnia, che ha ammesso che “è in corso un’indagine interna per capire cosa sia successo al servizio clienti, visto che accettiamo cani guida come chiaramente indicato sul nostro sito web”.

Per giustificare la sua posizione, la compagnia avrebbe poi affermato che il cane, Japelou, non proveniva da una scuola riconosciuta a livello internazionale. Anche questa dichiarazione viene però smentita da Timothée, che ricorda come il cane sia stato addestrato da una società appartenente a una federazione di livello nazionale e internazionale.

Insomma, un caso che sta facendo discutere e dal quale, per il momento, la compagnia aerea non sembra uscirne molto bene…

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