I risultati di una ricerca sulle capacità cognitive degli animali svelano i motivi e le modalità con cui un gatto imita l’uomo.
Se è già stato appurato che alcuni gatti siano naturalmente in grado di osservare delle nostre azioni e replicarle nel modo più verosimile: un interessante studio sulle capacità cognitive degli animali ha rivelato più dettagliatamente come un gatto possa essere in grado di imitare i comportamenti di un uomo su richiesta di quest’ultimo. Grazie a un addestramento e a un comando in particolare: un gatto si rivelerà in grado di rispondere all’indicazione data con molta più precisione di un fido.
A rivelare la seguente scoperta ci hanno pensato la rivista “Animal Cognition” con un articolo dedicato a uno studio portato avanti da alcuni ricercatori che hanno confrontato i comportamenti di cani e gatti di risposta agli stimoli che venivano dati loro da parte dei loro umani di riferimento. Con grande sorpresa si è scoperto che i gatti sono molto più attenti ai dettagli di quanto si potesse immaginare.
Se i gatti amano il nostro odore anche in seguito a una lunga giornata non c’è da stupirsi che desiderino imitare anche i nostri comportamenti.
A distanza di alcuni anni sulle capacità dei cani di imitare i propri genitori umani un ultimo esperimento scientifico, condotto presso l'”Università Eötvös Loránd di Budapest”, ha dimostrato come un gatto giapponese sia riuscito a imitare impeccabilmente alcune azioni che la sua umana di riferimento portava a compimento quotidianamente. Lo studio ha confermato che soltanto alcuni animali sarebbe in grado di sviluppare simili capacità di apprendimento.
Oltre alla simpatia generata dal tipico comportamento di un gatto che tende a rubare il posto su cui prima sedeva il suo umano di riferimento, i gatti – come soltanto alcuni altri mammiferi che abitano il nostro Pianeta – possono riuscire a imitare le azioni degli umani.
Uno dei primi metodi utilizzati per verificare se l’esperimento funzionasse è stato soprannominato “do as I do“, che letteralmente significa: “fai quello che ti dico”. Grazie a tale metodo il mammifero impara gradualmente ad associare al comando “do it”, ovvero “fallo”, al significato di “copia”, ossia, “copia questa azione”. Uno dei primi esemplari a mostrare dei risultati positivi – dopo 10 anni di addestramento – è stato un fido che riusciva a imitare qualsiasi azione del suo umano di riferimento anche se il gesto veniva mostrato a lui per la prima volta.
Quel che è incredibile è l’attuale consapevolezza che i gatti siano in grado di apprendere una simile abilità senza dover ricorrere a un prolungato addestramento. Ma che possano imitare un gesto del loro genitore umano, anche senza conoscerlo, già al termine di 16 sedute di addestramento con il metodo “do as i do”.
Con una percentuale di riuscita dell’81% il gatto giapponese che ha aiutato i ricercatori a venire a conoscenza di quest’abilità felina ha dato la prova effettiva che un micio possa riuscire a distinguere le parti del corpo della persona che hanno davanti e a eseguire gli stessi movimenti che compiono i suoi arti.
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