È tristissima la sorte toccata a più di 300 cani che vivevano in un rifugio ucraino dopo settimane senza cibo né acqua a causa della guerra, dice un’associazione di beneficenza. Qual è il loro destino?
Mentre si moltiplicano le notizie di crimini in Ucraina, sui social media sono emersi filmati piuttosto emblematici che sembrano mostrare quanto accaduto a centinaia di cani che vivevano in un rifugio per animali a Borodyanka, in Ucraina.
In particolare, stando a quanto afferma l’associazione di beneficenza UAnimals, i 485 cani del rifugio, sono rimasti chiusi nelle loro gabbie dall’inizio della guerra, a fine febbraio, fino all’inizio di aprile, quando i soldati russi hanno lasciato Borodyanka e i volontari dell’associazione sono potuti finalmente, tornare al rifugio.
Durante questo periodo, i cani sono stati lasciati senza cibo né acqua, ha dichiarato l’associazione.
Purtroppo, con queste premesse, non è difficile immaginare cosa sia accaduto.
La triste storia dei cani del rifugio di Borodyanka
Quando i volontari hanno finalmente avuto accesso all’edificio, il 1° aprile, tutti i 485 animali, tranne 150, erano morti.
La responsabile del Centro per le libertà civili, ha twittato un video in cui si vedono i corpi di numerosi cani sul pavimento. La volontaria che ha girato il video shock, racconta la scena tra le lacrime.
Purtroppo, questo rifugio è uno dei tanti costretti a rimanere senza gestione e senza rifornimenti a causa dell’occupazione russa dell’Ucraina. All’inizio di marzo, diversi volontari sono stati uccisi mentre cercavano di portare cibo per cani agli animali abbandonati e affamati in un altro rifugio fuori Kiev.
Secondo UAnimals, i volontari hanno cercato di nutrire i cani sopravvissuti per diverse settimane, senza avere alcun accesso diretto a cibo o acqua nel rifugio di Borodyanka. Sono poi riusciti a trasferire circa 30 degli animali in condizioni più gravi in cliniche private per procedere a delle cure di emergenza.
Considerato che i volontari sono in grado di raccogliere solo una parte degli animali, l’associazione offre circa 1.500 euro come ricompensa, a chiunque voglia e possa prendere gli altri.