Una recente analisi ha indagato quali sono le relazioni tra i livelli ormonali dei gatti domestici, i microbiomi intestinali e i comportamenti sociali. Il risultato è stato utile per capire come questi pet possono vivere in contesti ad alta socialità.
Condotta da Hikari Koyasu dell’Università Azabu di Kanagawa, in Giappone, e dai suoi colleghi di istituto, l’analisi è stata poi pubblicata su PLOS ONE deducendo alcune interessanti conclusioni.
In particolare, è stato rammentato come la maggior parte delle specie feline mostri un comportamento tendenzialmente solitario e fortemente attaccato al territorio. Di contro, i gatti domestici si sono abituati a vivere spesso in contesti ad alta densità sociale, sollevando così diverse perplessità su quali strategie i gatti abbiano deciso di adottare per stabilire gruppi di convivenza.
Ebbene, è stato così scoperto che i comportamenti sociali dei gatti possono essere influenzati dagli ormoni e da alcune specie microbiche che vivono nel loro intestino…
Gli incredibili esiti dello studio
Lo studio ha rilevato che i gatti che hanno alti livelli di cortisolo e testosterone avevano meno contatti con gli altri gatti, e che quelli con testosterone molto alto erano più propensi a tentare la fuga.
Al contrario, i gatti che avevano bassi livelli di cortisolo e testosterone erano più tolleranti nelle loro interazioni con gli altri gatti e meno tendenti alla fuga.
Non solo: i ricercatori hanno anche riscontrato una maggiore similitudine dei microbiomi intestinali tra i gatti che avevano contatti più frequenti tra loro, scoprendo così un interessante rapporto tra il microbioma intestinale, il comportamento sociale e i livelli di cortisolo.
Ulteriormente, i ricercatori hanno scoperto che i gatti che hanno alti livelli di ossitocina non hanno mostrato comportamenti di legame socialmente affiliativi: dunque, tutto lascia intendere che l’ossitocina potrebbe funzionare in modo diverso per gli animali tipicamente solitari, rispetto a quelli che invece vivono tradizionalmente in gruppo.