Nella storia i santi non sono stati solamente gli uomini e le donne. Ad avere questa fortuna è stato anche un cane o… quasi.
Probabilmente chi di voi si è già appassionato a questo particolare tema avrà compreso che stiamo parlando di Guinefort, un cane levriero vissuto nel XIII secolo e per tantissimo tempo oggetto di un vero e proprio culto.
Ma che cosa ha combinato San Guinefort per acquisire così tanta popolarità? Quali sono state le sue gesta?
Una storia che ha dell’incredibile
Stando a quanto è stato tramandato decennio dopo decennio, il cane era di proprietà di un ricco signore che lo uccise essendo convinto che l’animale avesse ucciso il bambino. In realtà, non solamente il cane non aveva ucciso il piccolo, ma lo aveva nascosto sotto la culla per difenderlo dall’attacco di una vipera.
Resosi conto dell’errore, il proprietario dello sventurato animale decise di seppellirlo con tutti gli onori, e gli venne costruita una tomba, attualmente a Sandrans, vicino a Lione.
La tomba divenne subito oggetto di un intenso pellegrinaggio. Molte famiglie portavano qui i bambini malati, poiché si diffuse la credenza popolare che fosse possibile curare le loro patologie immergendo i piccoli nelle acque del vicino fiume Chalarone.
La pratica fu tuttavia subito osteggiata dalla Chiesa, anche per la sua incredibile pericolosità: si pensava infatti che immergere a lungo i bambini nelle acque del fiume avrebbe potuto guarirli del tutto, ma sono numerosi i casi di annegamento dei bimbi malati e qui inconsapevolmente “sacrificati” a un rito che nulla aveva di medico.
Dalla Francia il culto si diffuse anche da noi e, soprattutto, in Lombardia e nella zona del pavese. Qui vennero dedicate anche delle chiese a san Guniforte, riconosciuto come protettore dei bambini.