Avere tutti gli animali che si desidera nella propria abitazione potrebbe essere un sogno per alcuni, ma c’è un limite.
Stando a quanto ha recentemente affermato la Corte di Cassazione, infatti, ci sono alcune regole da rispettare.
Vediamo insieme quali sono e che cosa ha stabilito la Suprema Corte, accogliendo in tal modo il ricorso di un gruppo di condomini contro la vicina, proprietaria di un significativo numero di animali.
Troppi animali in casa, il caso all’attenzione dei giudici
La Corte di Cassazione si è occupata del giudizio di legittimità di un caso che ha visto come protagonisti sette inquilini di un condominio, che hanno mosso azione legale nei confronti di una donna che abita in una casa vicina, proprietaria di un numero considerevole di cani e di gatti.
Gli animali erano tenuti nel suo appartamento e nel cortile, generando rumori di giorno e di notte, cattivo odore e permanenza degli animali nel giardino antistante il palazzo.
Già la Corte di appello aveva deliberato intimando alla donna di mantenere all’interno della sua proprietà non più di sei cani, e condannandola al risarcimento del danno causato ai vicini,.
Tuttavia, la donna non si è arresa. Ha infatti fatto ricorso in Cassazione in forza dell’art. 1137 del Codice civile, secondo cui le leggi che regolano i rapporti condominiali non possono vietare il possesso di animali da compagnia.
La Cassazione ha deciso: c’è un limite agli animali in casa
La Cassazione ha però deciso in senso favorevole al gruppo di condomini e, con l’ordinanza n. 1823/2023, ha ribadito il limite di cani e gatti da tenere in abitazione, sancendo che il ricovero di un numero elevato di esemplari di animali genera un’immissione che non è determinata da un uso ordinario per civile abitazione, ma è un’attività di custodia e cura degli animali di competenza del Tribunale e non del Giudice di pace.
Insomma, nel caso in esame viene confermata la legittimità delle pronunce precedenti e, dunque, si conferma il danno subito agli inquilini, che si sono visti ledere il proprio diritto allo svolgimento della vita personale e familiare nell’abitazione e alla libera esplicazione delle loro singole e specifiche abitudini di vita.
Il limite di animali da possedere in casa è dunque conteggiabile sulla base della dimensione della casa e del giardino. In caso di superamento del numero, si deve parlare di ricovero per animali, o canile. Spetta pertanto al giudice accertare il superamento di tale limite e applicare le misure che sono finalizzate a ricondurre nell’ambito della normalità il numero di animali detenuti in casa.