La guerra in Ucraina si arricchisce giorno dopo giorno di storie di straordinario eroismo, spesso veicolate attraverso i giornali internazionali o i social network.
Una delle ultime, in ordine di tempo, riguarda la giovanissima Veronika Krasevych, una bambina di soli undici anni che ha cercato di dare il suo contributo essenziale a un fenomeno che, da un anno a questa parte, sta dilagando in misura preoccupante nei piccoli centri e villaggi dell’Ucraina.
Ma che cosa fa Veronika, tutti i giorni? Per quale motivo la sua storia ha fatto subito il giro del mondo, raccogliendo un lungo elenco di supporti?
L’eroismo quotidiano di Veronika
Stando a quanto è stato riportato da diversi media, Veronika è una bambina che vive a Borodyanka, una città nel nord del Paese che, prima della guerra, poteva vantare circa 12 mila abitanti.
Purtroppo, anche la casa di Veronika – come molte altre dello stesso quartiere nel quale abita – sono state colpite duramente dai bombardamenti russi. Di qui, la decisione di spostarsi in un interrato nello stesso rione, nella speranza di poter trovare un po’ di salvezza.
Il trasferimento nella nuova sistemazione provvisoria fu però così rapido che la piccola si dovesse separare dal suo gattino, Masik.
Ecco perché, non appena allontanatisi i bombardamenti, la giovane uscì dal suo rifugio alla ricerca del micio: una ricerca fruttuosa, visto e considerato che Veronika l’ha trovato poco distante mentre, con altri gattini, si aggirava spaventato e impaurito.
L’amica dei gatti
Fortemente colpita dalla sua disavventura e da quella del suo micio, Veronika ha deciso di impegnarsi nei confronti di tutti i piccoli felini della città.
Dunque, ogni giorno, arriva nella stessa zona del ritrovamento del suo gattino e porta del cibo e dell’acqua a quei piccoli mici, dando tutto ciò di cui hanno bisogno.
Un gesto straordinariamente eroico, visto e considerato che la situazione nella zona è ancora molto difficile. Tuttavia, la giovane non ha alcun timore: “Quei gattini hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro – è solita dire a tutti coloro i quali si interrogano sul perché corra simili rischi – e se non lo faccio io per loro è dura, durissima”.
A proposito. Nonostante la giovane volesse riprenderlo con sé, Masik ha “scelto” di diventare un randagio. Probabilmente è troppo spaventato per tornare all’interno di un appartamento o, forse, ha voluto solidarizzare in questo modo con i suoi compagni meno fortunati.
In ogni caso, la giovane non l’ha presa male: “Mi saluta sempre con tanto calore quando arrivo con il cibo, ha scelto così e per me va bene. Quando arrivo si precipita, poi finito di mangiare si ritira nella sua nuova casa, non lontano dal parco giochi in rovina ai piedi del condominio in cui abitava con noi”.