Il paese dei gatti, dove ogni famiglia ne ha almeno uno

Esiste una piccola città nei pressi di Pavia dove non esistono gatti randagi: ogni famiglia ne possiede uno o due. Ecco i dettagli

Quanti di voi si sono chiesti almeno una volta nella vita come sarebbe il mondo se una famiglia avesse almeno un animale domestico in casa? Le cose probabilmente andrebbero meglio, ma questa non è solo una supposizione: una città ci ha provato davvero e il risultato è stato davvero incredibile…

gatto in famiglia
Il paese dei gatti, dove ogni famiglia ne ha almeno uno (news.cani.it)

Ebbene sì, è tutto vero: ci troviamo a Sant’Angelo, piccolo centro di Lomellina che conta circa 800 abitanti. Un numero dunque non troppo esorbitante, ma neanche trascurabile: secondo Legambiente, nella cittadina sono stati censiti più di 400 gatti.

Questo significa che un nucleo famigliare possiede da uno a due gatti all’interno delle proprie mura domestiche. Questo significa non solo che non ci sono colonie feline nel territorio, ma teoricamente neanche randagi: un’iniziativa meravigliosa e scoperta dall’organizzazione per capire quale fosse l‘animale domestico più diffuso in Italia.

Ogni gatto ha una famiglia: un bellissimo esempio da seguire

I dati emersi sono i seguenti: nelle case degli italiani vivono tra 10 e i 15 milioni i gatti, tra 700mila e un milione sono quelli liberi nelle colonie feline registrate e tra 66mila e 72mila coloro che si occupano volontariamente di questi teneri animaletti.

gatto famiglia
Il paese dei gatti, dove ogni famiglia ne ha almeno uno (news.cani.it)

Anche il sindaco della cittadina, Matteo Grossi si è espresso in merito, sottolineando che a Sant’Angelo non esistono colonie felini e che i gatti censiti si trovano tutti nelle case, insieme a delle famiglie che li amano.

Il fatto che le persone si prendano cura di loro vuol dire anche che ne hanno la possibilità materiale, dunque che non vivono nel disagio economico. A sua detta, il benessere degli abitanti era intuibile anche dai dati sulla Tari, pagata sempre e da tutt.

Al contrario dei cittadini, però, il sindaco non possiede il “primo gatto” del paese per via dei numerosi impegni lavorativi. Non disdegna però l’idea di dare la possibilità ai gatti di avere più voce in capitolo nelle decisioni della città (addirittura arrivando a munirli di scheda elettorale propria).

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