Come ogni anno, tra poche settimane inizierà il Festival della carne di cane di Yulin, in Cina: un evento in cui migliaia di cani vengono uccisi dopo esser stati allevati e trasportati in condizioni disumane.
Da diverso tempo sui social network (e non solo) numerose associazioni animaliste hanno avviato delle importanti campagne di sensibilizzazione per cercare di stimolare l’opinione pubblica e le autorità ad intervenire in questo ambito, spesso con risultati incoraggianti.
La strada per bloccare il Festival, però, sembra essere ancora lunga: il governo cinese risponde alle critiche internazionali che arrivano da tutto il mondo affermando che mangiare carne di cane in Cina è una tradizione…
L’idea di Davide per salvare i cani
Tra le tante associazioni che si stanno dando da fare per cercare di salvare i cani che possono essere coinvolti nel drammatico Festival di Yulin, c’è anche l’APA di Davide Acto.
Ogni anno Davide si reca in Cina, a Yulin, per fermare insieme a un gruppo di volontari i trasporti clandestini di cani e salvare quanti animali può dai macelli. Non solo: Davide ha aperto un rifugio in Cina, l’Island Dog Village, dove i cani acquistati vengono portati e curati.
I cani che vengono qui portati hanno subito maltrattamenti e privazioni e, come tali, vivono in condizioni davvero drammatiche: sono terrorizzati e molto malati. Nonostante le amorevoli cure a cui vengono sottoposti, alcuni di loro finiscono con il morire, considerato che lo stato di salute di partenza era già fortemente compromesso. Altri per fortuna si salvano, vengono curati e viene data loro una nuova possibilità, divenendo protagonisti di un percorso di rieducazione che poi li porterà in Italia, disponibili per l’adozione.
Lo scorso anno Davide ha anche fatto un intervento al Senato per portare all’attenzione dei politici il problema.
Purtroppo, molto rimane da fare per bloccare queste drammatiche abitudini che, peraltro, non riguardano solamente la Cina: anche in altre nazioni si ha l’abitudine di mangiare carne di cane, come nelle Coree, in Indonesia, nelle Filippine, in Vietnam. A volte tale usanza viene portata avanti come parte delle tradizioni locali, mentre altre volte il riferimento alla tradizione è solo un modo per poter celare l’enorme business che si nasconde dietro questi eventi.
A noi non resta che sensibilizzare i nostri lettori su quello che avviene e invitare tutti coloro i quali volessero farsi parte attiva a partecipare alle attività delle associazioni di volontari animalisti che, con costanza e passione, fanno il possibile per arginare il fenomeno.