I ricercatori hanno scoperto indizi genetici, su come i cani siano diventati i migliori amici dell’uomo.
Come vedremo, si tratta di una serie di deduzioni che hanno ben poco di romantico, e molto di scientifico.
Tuttavia, questo non toglie nulla al forte rapporto tra i cani e l’uomo.
Un rapporto oramai antichissimo, che ha reso i nostri amici a quattro zampe dei veri e propri membri delle nostre famiglie!
Dunque, se ti sei mai chiesto perché i cani siano effettivamente i migliori amici dell’uomo, sei assolutamente nel posto giusto.
Vedremo infatti, nelle prossime righe, quali sono state le più recenti ricerche in materia, e che cosa è stato scoperto sul millenario rapporto tra i cani e l’uomo.
Gli ultimi studi sul rapporto tra uomo e cane
Un nuovo studio ha suggerito che le mutazioni in un gene coinvolto nella produzione dell’ormone dello stress, il cortisolo, potrebbero aver avuto un ruolo nella domesticazione dei cani. Questo perché potrebbe aver permesso agli animali di sviluppare abilità per interagire e comunicare con le persone.
Miho Nagasawa dell’Università di Azabu, in Giappone, e colleghi hanno studiato e interazioni di centinaia di cani domestici utilizzando due compiti.
Nel primo, il cane doveva decidere quale ciotola avesse del cibo nascosto sotto di sé in base a indizi come lo sguardo, il puntamento e il tocco. Questo esperimento ha messo alla prova la comprensione dei gesti e della comunicazione umana da parte dell’animale.
Il secondo, invece, ha esaminato l’attaccamento sociale agli esseri umani. In questo esperimento il cane è stato sottoposto a un test di problem solving, che prevedeva il tentativo di aprire un contenitore per accedere al cibo.
È stato dunque misurato il tempo e la frequenza con cui il cane guardava i ricercatori.
I cani sono stati separati in due gruppi a seconda della loro razza: il gruppo antico (composto da razze considerate geneticamente più vicine al lupo, come l’Akita e il Siberian Husky) e il gruppo generale (tutte le altre razze geneticamente più distanti dal lupo).
Secondo i risultati, i cani del gruppo antico, guardavano i ricercatori meno spesso degli altri cani durante il compito di risoluzione dei problemi, il che suggerisce che erano meno legati all’uomo. Per l’analisi, due modifiche al gene del recettore della melanocortina 2 (MC2R) sono state associate sia alla corretta interpretazione dei gesti nel primo compito, sia al fatto di guardare più spesso gli scienziati nel compito di problem solving.
Secondo i ricercatori, questo suggerisce che il gene potrebbe aver svolto un ruolo nell’addomesticamento dei cani, forse promuovendo livelli più bassi di stress nei confronti degli esseri umani.