Vietata la vendita di animali domestici! Storica decisione

Lo Stato di New York sta prendendo un’importante decisione che va nella direzione di garantire il giusto benessere ai cani e ai gatti.

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Cosa è stato deciso a New York?

La decisione di New York potrebbe portare lo Stato nel solco di altre aree USA che si sono mosse nella stessa direzione, cercando di scongiurare un fenomeno commerciale che spesso non si dimostra particolarmente attento nel rispettare il benessere, l’igiene e la salute degli animali domestici.

Peraltro, quasi a sottolineare l’importanza del provvedimento, giova evidenziare come l’iniziativa sia stata bipartisan e che la delibera è arrivata da entrambe le parti dell’autorità statale, maggioranza e opposizione.

Ma che cosa è stato deciso?

Cosa ha deciso lo Stato di New York per il benessere dei cani

Da quanto emerge in questi giorni, lo Stato di New York sembra essere intenzionato a seguire le orme di quello della California e fare una cosa davvero molto importante: vietare la vendita di cani e altri animali domestici nei negozi di animali.

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Ecco cosa cambia per i cani americani

Lo Stato ha infatti approvato un provvedimento che proibisce questa diffusa abitudine e ha dato al governatore Kathy Hochul il potere di scegliere se firmare o meno la misura trasformandola in una legge immediatamente applicabile, oppure opporre il proprio veto.

Evidentemente, l’obiettivo del provvedimento non è certo impossibile da comprendere: con tale impulso normativo si intende incoraggiare i cittadini ad adottare animali dai canili e da altre strutture simili, evitando pertanto un commercio presso negozi che spesso non sono particolarmente rigorosi nel rispettare le norme del benessere dei pet.

In ogni caso, l’acquisto di cuccioli di cani e di altri animali domestici sarà ancora consentito ma dovrà avvenire direttamente passando per gli allevatori. Pertanto, i potenziali acquirenti saranno sempre indotti a visitare di persona le strutture private da cui provengono i cani e verificarne l’affidabilità.

Un comunicato dell’Ansa ricordava, pochi giorni fa, che sugli allevatori statunitensi da diversi anni sono in corso critiche molto accese per le condizioni in cui vengono tenuti gli animali e per le mancate autorizzazioni che riguardano molti di essi.

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