Paul Haworth ha visto il suo cane essere ucciso dall’aggressione di un bulldog americano. Una scena orribile, che Paul desidera non sia fine a sé stessa.
L’episodio è avvenuto a Chester-le-Street, nella contea di Durham: qui Paul ha raccontato di aver visto il suo cagnolino Max essere aggredito da un grosso bulldog americano. Le ferite ricevute sono state talmente gravi da aver determinato la necessità di sopprimere l’animale.
Il 32enne, dall’animo devastato per aver perso quello che riteneva essere il suo migliore amico, si è rivolto alle forze dell’ordine chiedendo di fare qualcosa affinché un simile evento non ricapiti mai più.
Tuttavia, a quanto pare gli appelli di Paul sono caduti nel vuoto. A quel punto l’uomo ha chiamato la stampa e ha raccontato quanto accaduto e l’inerzia delle forze dell’ordine.
Tutta la disperazione di Paul
Parlando ai giornali Paul si è detto disperato, non solamente perché ha perso il suo migliore amico, quanto anche perché quel cane potrebbe attaccare di nuovo qualcuno.
L’episodio è avvenuto a Cong Burn di prima mattina. Pare che il bulldog americano abbia puntato volontariamente l’uomo e che il suo cane abbia cercato di proteggerlo. Paul è allora intervenuto per separare i due animali, senza però frenare la furia del bulldog, che ha spezzato una zampa al suo piccolo Max.
Paul ha dunque portato Max dal veterinario e qui ha scoperto che la gamba era gravemente compromessa, con fratture multiple da schiacciamento e ferite da perforazione. Per lui non c’era più niente da fare e, di conseguenza, è stato soppresso.
È a quel punto che Paul ha deciso di denunciare l’accaduto alla polizia, attendendosi da parte delle forze dell’ordine un riscontro immediato. Riscontro che, però, non è avvenuto.
A distanza di tre giorni dalla denuncia Paul è ritornato dalla polizia per cercare di capire a che punto fossero le indagini e se i poliziotti avessero in mente di fare qualcosa per evitare che un simile episodio potesse accadere di nuovo. Tuttavia, niente era stato fatto.
Solamente a quel punto Paul ha deciso di condividere la sua storia con i media e con i giornalisti, nella speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo conseguente.