Un nuovo studio condotto dai ricercatori della North Carolina State University ha esplorato il legame che sussiste tra la perdita dell’udito e la demenza nei cani in età avanzata.
Nello studio, condotto da Natasha Olby e dai suoi colleghi, sono stati valutati 39 cani di età avanzata: ogni cane è stato sottoposto a test uditivi e cognitivi, e ai proprietari è stato domandato di procedere con la compilazione di due questionari sulle capacità cognitive e sulla qualità della vita.
I test cognitivi, i punteggi del questionario e l’età sono poi stati oggetto di confronti tra diversi gruppi di utenti.
I risultati dello studio dovrebbero farti preoccupare
Lo studio ha rilevato come il cane “medio” sia in grado di sentire senza difficoltà toni a 50 decibel (dB). Del campione, 19 cani erano in grado di sentire a 50 dB, 12 a 70 dB e 8 a 90 dB. L’età media dei cani di ciascun gruppo era rispettivamente di 12, 13 e 14 anni.
Quando poi i ricercatori hanno provveduto a confrontare i risultati dell’udito con le risposte dei proprietari al questionario sulla qualità della vita, hanno scoperto una cosa inattesa: i punteggi relativi alla vitalità e alla compagnia diminuivano significativamente con il peggioramento delle condizioni dell’udito.
I ricercatori hanno dunque concluso che la perdita o il deterioramento dell’udito è uno dei maggiori predittori della demenza nei cani, considerato che il declino sensoriale contribuisce alla perdita delle capacità motorie.
Insomma, lo studio chiarisce in modo inequivocabile che trattare la perdita o il peggioramento dell’udito nei cani è utile per alleviare alcuni altri problemi negli animali domestici, contribuendo così a migliorare la loro qualità della vita.
Nonostante ciò, molti proprietari sottovalutano l’importanza di far effettuare dei test sulla qualità dell’udito ai propri cani, dimenticandosi quanto questo possa essere essenziale per il loro benessere in età avanzata.