Dare da mangiare ai gatti porta fortuna. La credenza che arriva dal Giappone

Vi piacerebbe visitare un’isola in cui ci sono più gatti che esseri umani? Ebbene, quest’isola non è affatto un’utopia, esiste e si trova a Tashirojima, in Giappone.

Una volta sbarcati in questa popolarissima isola al largo delle coste nipponiche, si viene letteralmente sommersi dai mici: migliaia di piccoli felini che sovrastano numericamente le poche decine di persone che abitano stabilmente nell’isola.

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I gatti di Tashirojima portano fortuna?

Per i felini, peraltro, è un vero e proprio paradiso: residenti e turisti li nutrono e li coccolano, e per loro non c’è niente di meglio che farsi avvicinare dagli esseri umani per scattare qualche foto e ricevere delle leccornie in cambio.

Come ha fatto Tashirojima a diventare l’isola dei gatti

Ma come ha fatto Tashirojima a diventare l’isola dei gatti?

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Tashirojima è diventata nel tempo l’isola dei gatti

La sua storia è molto interessante. Un tempo l’attività principale di quest’isola era la pesca: qui i pescatori allevavano i bachi da seta e con la seta tessevano le reti. I loro partner di maggiore fiducia erano però i gatti, che servivano a dare la caccia ai temuti topi, i quali – a sua volta – si nutrivano dei preziosissimi bachi da seta.

Per i gatti i tempi erano un po’ più difficili di quelli odierni, ma non mancavano le soddisfazioni: per i pescatori i felini erano molto importanti e, dunque, elargivano con generosità gli avanzi del cibo a fine giornata.

Un po’ alla volta, poi, i pescatori finirono con l’affezionarsi a questi animali e cominciarono ad osservarli, convinti che le loro azioni potessero avere qualche potere sovranaturale, come ad esempio portare fortuna con la pesca o portare il bel tempo.

Le origini dei gatti porta fortuna

Insomma, i gatti dell’isola si dice che portino fortuna e nutrirli può certamente fornire una buona mano con la sorte.

Le origini di questa positiva nomea si devono a un pescatore che, un giorno, stava lavorando alla sua rete: una pietra purtroppo gli scivolò di mano e uccise accidentalmente il gatto.

Dispiaciuto, il pescatore decise di seppellirlo sull’isola e in quel punto costruì un santuario che prese il nome di Neko Jinja: lasciando delle offerte per il dio gatto, i pescatori speravano di poter ottenere una buona pesca e avere la protezione del gatto.

Naturalmente, oggi le cose sono un po’ diverse rispetto a quelle delle origini mitologiche del gatto portafortuna. Tuttavia, è rimasto fino ad oggi il mito secondo cui dare da mangiare a dei gatti nell’isola di Tashirojima porti fortuna. Nel dubbio… perché non provarci?

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