Si cercano disperatamente veterinari per pronto soccorso… c’è un ma

Diventare veterinari per un pronto soccorso è il sogno di tantissimi giovani – e meno giovani – che vogliono unire la professionalità di questo lavoro con l’amore per gli animali domestici.

Dunque, l’annuncio del Comune di Roma che sta cercando professionisti in questo senso è stato colto con grande attenzione da molte persone.

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A Roma il Comune cerca veterinari ma… a quali condizioni?

Tuttavia, c’è un ma. Leggendo con attenzione l’annuncio si scoprono alcune condizioni che hanno fatto storcere il naso a ben più di qualche lettore…

L’annuncio del Comune di Roma

Come anticipato, il Comune di Roma sta cercando persone che possano dedicarsi al mondo animale per un pronto soccorso, in qualità di veterinari.

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Meno di 800 euro netti al mese per i veterinari romani

Tra i requisiti per ricoprire questa professione spiccano almeno 7 anni di esperienza come veterinario e la disponibilità durante i festivi, nei weekend e di notte. Insomma, un lavoro vero e proprio, particolarmente impegnativo ma – si sa – di questi tempi non si può pretendere una condizione che sia priva di turni e qualche sacrificio.

Ma dov’è il problema?

Qualche riga più sotto viene spiegato dove si trova l’inghippo e perché, dinanzi a questa richiesta, pochi ambiziosi risponderanno positivamente alla chiamata.

Il Comune cerca infatti dei professionisti del settore (i 7 anni di pregressa esperienza ne sono una dimostrazione), ma li vuole sottopagati: il compenso è infatti di meno di 800 euro netti al mese tanto che – sebbene l’avviso pubblico del dipartimento tutela ambientale sia scaduto il 31 marzo 2023 – non sappiamo ancora se la selezione di due medici veterinari per il servizio di assistenza al bestiame allevato presso le aziende agricole Tenuta del Cavaliere e Castel di Guido abbia avuto un successo o sia andata deserta.

Le condizioni del lavoro

Nel dettaglio, per un lavoro che va dal 1 aprile a fine anno sono previsti 9.000 euro di compenso lordo, e altri 12.000 euro per il 2024.

Si tratta pertanto di un compenso di 1.000 euro lordi al mese, che tolte le tasse diventano meno di 800 euro. Si consideri però che non si tratta di un lavoro subordinato, con le maggiori tutele che possono godere i lavoratori a tempo determinato, ma di una collaborazione per cui è richiesta la partita Iva, con conseguenti spese previdenziali a carico.

Insomma, considerato quanto sopra e il fatto che – come specificato nel bando –”per assicurare il benessere degli animali in allevamento è indispensabile l’intervento di personale medico veterinario qualificato, reperibile nell’arco completo delle 24 ore, soprattutto tenendo conto delle urgenze che normalmente si verificano”, il rischio di lavorare gratis, o quasi, è dietro l’angolo.

Voi che ne pensate?

 

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